Il Progetto

“Adotta un Ulivo” è un progetto di educazione e tutela nei confronti del territorio, del paesaggio e della biodiversità della Selva di Castelfidardo che si attua attraverso la possibilità, per tutta la comunità, di diventare parte attiva nella lotta contro gli effetti dell’urbanizzazione.

Tuteliamo il territorio della Selva di Castelfidardo

Biodiversità

Da oltre 20 anni proteggiamo la Selva dall’urbanizzazione per garantire il rispetto dei diversi ecosistemi.

Agricoltura biologica

L’uliveto, a conduzione biologica, crea una fascia di protezione tra l’ambiente boschivo della Selva e le aree antropizzate che la circondano.

Fauna Selvatica

Gli animali della Selva beneficiano dell’ampliamento del proprio habitat naturale.

Come nasce il progetto

Il progetto nasce dalla volontà di ampliare l’uliveto adiacente alla Selva di Castelfidardo in quanto risorsa imprescindibile per la sua tutela. A questo scopo nel 2021 è stata effettuata una piantumazione selezionando esclusivamente varietà autoctone di olivo a rischio estinzione  (Mignola, Raggia, Piantone di Mogliano) che è andata ad ampliare l’uliveto realizzato dal Duca Roberto Ferretti negli anni ‘50 del secolo scorso.

Per tutelare la biodiversità e la naturalità del territorio, nel 2008 la Fondazione ha ideato un’agricoltura paesaggistica ed ecosostenibile, attraverso il mantenimento di siepi e di vegetazione autoctona spontanea. Questo progetto si inserisce nella R.E.M. (Rete Ecologica Marchigiana) e contribuisce a creare corridoi ecologici favorendo ed ampliando l’habitat naturale per la fauna selvatica tra il bosco della Selva e l’uliveto a conduzione biologica certificata.

Perchè un uliveto a protezione della selva?

La scelta di piantare un uliveto coltivato secondo i principi dell’agricoltura paesaggistica e biologica certificata a ridosso della Selva di Castelfidardo è garanzia di tutela sia per il paesaggio rurale marchigiano che per la biodiversità del bosco.

L’uliveto della Selva di Castelfidardo viene coltivato lasciando il terreno non lavorato per favorire la crescita di erbe e fiori spontanei. Nel terreno che ospita l’uliveto, inoltre, ci sono delle aree destinate a siepi e rovi che rappresentano un riparo naturale per la fauna selvatica. 

Grazie a questo tipo di approccio è possibile proteggere il suolo dall’erosione e dal dilavamento e si creano le condizioni ottimali per la vita della fauna presente nella Selva.

Come dare supporto alla conservazione delle nicchie ecologiche?

La prossimità dell’uliveto alla Selva favorisce l’ampliamento della fascia di protezione della fauna locale (mammiferi, avifauna, anfibi, rettili e insetti impollinatori). Siepi e aree incolte garantiscono riparo per queste specie che trovano, in questo modo, le condizioni favorevoli per riprodursi e vivere senza doversi spostare nei centri abitati.

Gli uliveti così coltivati rappresentano dei veri e propri “corridoi ecologici” per la fauna selvatica che li percorrono dal fiume Musone, distante poche centinaia di metri dalla Selva, fino agli Appennini.

Qual’ è il suo impatto ambientale?

Piantare un uliveto durante una crisi climatica, significa fare la differenza. Si stima che un ettaro di uliveto a conduzione biologica riesca ad assorbire 15,5 tonnellate di CO2 in un anno*, a differenza di un sistema colturale tradizionale che ne stocca solamente 10 tonnellate. 

L’ulivo, coltivato secondo i principi dell’agricoltura biologica, è inoltre una pianta a bassa impronta idrica, che tollera gli stress idrici e che riesce a gestire efficacemente le proprie risorse.

FONTE

*Il dato viene stimato sulla base dei dati forniti dall’articolo: Palese, Assunta & Pergola, Maria & Celano, Giuseppe & Xiloyannis, Cristos. (2013). L’oliveto sostenibile per il sequestro di CO2. L’INFORMATORE AGRARIO. 44-46.

… e non ultimo il suo impatto sociale

La gestione dell’uliveto a conduzione biologica è svolta dalla Selva Cooperativa Sociale. I lavoratori della cooperativa si impegnano a divulgare e promuovere nel territorio forme di coltivazione a basso impatto ambientale ripercorrendo la storia del legame tra uomo e agricoltura. 

Il territorio dell’uliveto, inoltre, è liberamente frequentato in ogni stagione da tutta la comunità per passeggiate e allenamenti sportivi, da scolaresche e turisti che partecipano alle attività di educazione ambientale e visite guidate proposte dal C.E.A. regionale Selva di Castelfidardo.